Ancora due giorni di vita a due e poi fine dei giochi. Papà tatuato ed io non ci aggireremo più da soli per casa, non avremo più il divano solo per noi e il nostro letto si trasformerà presto in quello che viene comunemente chiamato “IL LETTONE”: un luogo in cui intimità, confidenze e XXX, con quel suffisso ONE che rimbomba nella testa come una martellata sulle ginocchia, sembrano completamente bandite.
Se Mia non fa scherzi e decide che è giunto il momento di smetterla di nuotare nella sua brodaglia calda per uscire a prendere un po' d'afa milanese, che alla fine è pur sempre aria, giovedì 14 divento ufficialmente stagista Mamma.
Intanto ecco il mio bel profilo alla 39° settimana di gravidanza (+ 5).
E mentre, nella solita svampitaggine di questo periodo, penso seriamente a quale vestito e quali scarpe indosserò il giorno del ritorno a casa domandandomi in loop se entrerò nuovamente nelle mie scarpette e nei miei vestitini estivi nel giro di due giorni, in questi ultimi strani momenti che mi separano dall'arrivo di Mia sono in attesa di sensazioni che non conosco: sensazioni (e dolori) che libri, corsi pre-parto e mamme sgamate ti raccontano, ma che vanno al di là di qualsiasi mia immaginazione.
Un unico esempio: il Tappo.
Ho scoperto da poco che quando il momento X sta per arrivare si perde questo tappo che per nove mesi ha tenuto ermeticamente chiuso il canale in cui a breve si infilerà Mia. Bisognerà chiamare forse uno sciabolatore esperto in bottiglie di champagne per farlo saltare adeguatamente per poi festeggiare alla grande?
Come sopravvivere alla gravidanza #10
Quando siete agli sgoccioli e il parto è ormai alle porte, non chiudetevi in casa. Uscite e godetevi gli ultimi momenti di privilegio che hanno le donne incinta: niente code al supermercato e gentilezza e sorrisi a profusione da parte di tutte le persone che incontrate lungo la vostra strada.
Mi sa che questo mi mancherà tantissimo...
Mi chiedo: perché solo la visione di una donna incinta è in grado di trasformare le persone in un esseri umani?