domenica 27 febbraio 2011

La morfologica della verità

Sono esattamente a metà gravidanza (20 settimane) il periodo ottimale per sottoporsi all'ecografia morfologica, rinominata l'oracolo della verità che tutto vede e tutto sa.
Generalmente le donne gravide più fortunate arrivate a 20 settimane di dolce attesa sono già a conoscenza di una caratteristica fondamentale del loro baby: il pisellino o la patatina.
Io sono ancora all'oscuro di tutto, non per mia scelta sia chiaro, ma perché il Baby che ho in corpo fino ad ora ha preferito farsi i fatti suoi o per timidezza o forse perché ha già innato dentro di sé il dono di prendermi in giro.
E così, non sapendo ancora se dovrò riempire gli armadi con minuscoli vestitini rosa oppure azzurri, in questi 4 mesi e mezzo mi sono data allo shopping compulsivo di tutine con piedini attaccati e cappellini twin set dai più disparati colori: tutina gialla con giraffine colorate, verde con elefantini bianchi, bianca con tartarughine verdine. Non pienamente soddisfatta, approfittando dei saldi invernali, ho comprato un sacco nanna besciolino  con orecchie  in peluche bianco latte.



Finalmente tra un paio di giorni la tanto attesa morfologica della verità mi darà la sua risposta, mettendo così fine al gioco del toto nomi a cui io e papà tatuato prendiamo parte ogni sera.

Il nome più gettonato nel caso in cui sia femmina è Mia.
Manco a dirlo i futuri nonni e i parenti vari hanno ovviamente già fatto il loro commento. Chi a voce...

Ma Mia che nome è?”
Mia, Mio, bahhhh...”
Ma come farà una con il nome Mia a sentirsi indipendente”.

...e chi lasciando trasparire il proprio pensiero con la mimica facciale.

(fate un piccolo sforzo e provate a fare una faccia un po' schifata. Ecco, esattamente quella.)

Questa discussione parentale sui nomi non è però un argomento nuovo nella storia della mia famiglia. Il fattaccio risale al momento della mia nascita, esattamente quando i miei genitori comunicarono alla bisnonna Caterina il mio nome: Chiara, all'epoca nome molto in voga.

Chiara, scuro....mahhh”

Mia mamma, non ricevendo l'approvazione della bisnonna Caterina pianse per più di un mese e ancora oggi quando ci pensa son dolori!

Comunque sia Mia sarà e Mia rimarrà!

La lista dei nomi se invece il Baby sarà maschio è ancora lunga e non abbiamo ancora preso una decisione certa. Al momento ci piacciono:
Leonardo
Lorenzo
Leone
Elia

Leonardo mi piace molto perché poi diventa Leo (come il micio tutto coccoloso dei miei genitori che al momento non posso né baciare né toccare perché non sono immune alla toxoplasmosi, che sfiga!), ma non piace ad una mia cara amica perché è il nome del suo nonno cattivo.
Anche Leone fa la sua bella figura, ma se per caso il Baby non ha molta voglia di venire al mondo e ritarda il suo arrivo di qualche giorno nascendo così sotto il segno del leone (no, ti prego, non voglio passare tutta l'estate con i piedi a salsicciotto) scegliere Leone anche come nome diventerebbe un po' ridondante....

Indìco quindi il primo concorso di questo blog:
Colui che mi suggerisce il nome perfetto per il Baby riceverà la compilation di Electromom, il cd che tutti dovrebbero possedere.

Come sopravvivere alla gravidanza #04
A volte il nome che scegliete per il vostro bambino, anche se inizialmente vi piace tanto, potrebbe essere il frutto di un pensiero contorto nato da un ormone che si aggira impazzito nel vostro cervello. Pensateci bene, alla fin fine avete ben 9 mesi di tempo per pensarci e per non fare stupide scelte!

martedì 15 febbraio 2011

La guerra del passeggino

Papà tatuato ed io siamo per ora l'unica coppia tra i nostri più cari amici alle prese con la prima gravidanza. Già, anche se frequentiamo persone che hanno passato i trent'anni d'età, con una marea di esperienze fighissime alle spalle, che provano a convivere con un solo coinquilino/a scelto seguendo l'amore, che lavorano con tipologie di contratto diverse, che continuano a mantenere lo stile di vita che avevano ai tempi dell'università, ma con qualche acciacco in più, che vorrebbero avere dei figli, ma anche no per mille ragioni e timori, ci ritroviamo senza possibilità di paragone o conforto da parte di “giovani coppie” alla prima esperienza come noi.

Da soli ad affrontare le questioni della mia panza che cresce e del

Oddio, poi quando nasce che si fa...se andiamo in India ad agosto (il baby nasce a luglio) tua mamma lo terrà per un po'?”

In realtà gli amici non gravidi non ci lasciano completamente alla sbando come ho fatto credere poco fa. Anzi in qualche modo cercano di rendersi utili.
Ascoltando i nostri problemi, cercando di comprenderci e provando a consigliarci la soluzione migliore, o almeno quella più razionale (io ormai vivo in preda agli ormoni e a volte mi lascio andare a momenti di pura pazzia).

Quando ad esempio ci vediamo per una cena, ho quasi l'impressione che loro siano degli scienziati vogliosi di scoprire come si vive la gravidanza e papà tatuato ed io due animali rarissimi in via d'estinzione da studiare, da capire, da analizzare fin nel più piccolo particolare, accomodati su un freddo tavolo d'alluminio sterilizzato.

C'è un elemento del nostro essere gravidi che al momento i nostri amici dal camice bianco amano analizzare: la questione del mezzo di trasporto per il baby.


Eh sì, perché io e il mio papà tatuato durante queste cene, ma anche quotidianamente nel nostro intimo tra le mura di casa, discutiamo animatamente su quale trio/passeggino comprare per il nostro baby.

La questione non è per niente facile, credetemi.

Noi discutiamo e intanto gli amici in camice bianco prendono appunti e ci studiano.

Electromom:

Lo voglio assolutamente a quattro ruote. Non mi vedrete mai andare in giro con quegli stupidi tricicli super attrezzati traboccanti di inutili optional.”

Premessa: per me l'importante è l'estetica. L'estetica a modo mio ovviamente. Come per molte cose che mi piacciono d'altronde, la praticità è superflua (per poi pentirmi amaramente in silenzio). Se devo andare in giro spingendo un passeggino, specchiandomi in una vetrina voglio vedere una perfetta combinazione tra me e il passeggino: ecco perché vorrei un quattro ruote, semplice ed essenziale, quadrato e minimale come la musica che ascolto.

Papà tatutato:

Ma dove vuoi andare con quelle quattro ruotine che hanno la stessa mobilità di quelle dei carrelli del supermercato, il futuro del passeggino è nelle tre ruote gonfiabili e nel freno a disco”

La questione qui si fa seria.

Io in testa so alla perfezione quale passeggino vorrei, ma non ho ancora trovato la marca e il modello che più si avvicina a quello dei miei sogni. E quindi non ho molti elementi pratici tipo scelta materiali, peso, tempi di chiusura/apertura, ingombro nel baule, etc, per far sì che gli amici dal camice bianco appoggino la mia scelta.

Papà tatuato sa già quale marca e quale modello comprare. 
Sa tutto! 
Dalla pressione delle ruote, alla stabilità a tutte quelle altre cose che al momento mi sfuggono. Agli amici dal camice bianco mostra siti internet e video di passeggini le cui ruote girano senza problemi anche sulla cresta dell'Everest e sono quasi certa che è già andato a provarli anche su pista, come fanno con le automobili quei pazzi di Top Gear.

Secondo voi, quale scelta appoggeranno gli amici dal camice bianco?

Il trio/passeggino al momento non l'abbiamo ancora preso...

Per ora però riflessa in una vetrina con un un tre ruote gonfiabili proprio non mi ci vedo.

Come sopravvivere alla gravidanza #3
Per mantenere un giusto equilibrio di coppia durante tutti i 9 mesi di attesa, consiglio di dividersi equamente gli acquisti. Un esempio?
Chi sceglie il passeggino non può scegliere la cameretta.

sabato 12 febbraio 2011

domenica 6 febbraio 2011

Songs for baby




Una delle prime domande che mi sono posta quando ho scoperto di essere incinta è stata: quale sarà la prima canzone in assoluto che farò ascoltare al mio bambino/a?

La risposta è arrivata dal passato:

Soothing Sounds For Baby vol. 1-3 di Raymond Scott.



Quest'uomo, classe 1908, famoso per essere stato l'autore delle colonne sonore dei cartoni animati della Warner Bros, è stato prima di tutto il pioniere della musica elettronica.

Siamo nel 1964. Scott è rinchiuso nel suo studio di registrazione. Non immaginate lo studio come quelli che siamo abituati a vedere oggi. A quei tempi la musica elettronica nasceva da macchinari alti tre metri e più, pieni di buchi e pulsanti colorati. Dei veri e propri muri generatori di suoni.
Improvvisamente il compositore americano sente la necessità di trovare dei suoni per cullare i neonati. Forse perché è da poco diventato papà. Oppure per calmare un vicino di casa un po' troppo rumoroso.

Ne sono usciti tre volumi di musica elettronica minimale, suddivisi per i diversi momenti della crescita: da 1 a 6 mesi, da 6 a 12, e da 12 a 18 mesi.

Ho sentito (e ballato) questi brani per la prima volta in un piccolo club londinese e sono rimasta folgorata.

Oddio, e se al baby piace Ramazzotti che faccio?



martedì 1 febbraio 2011

Amnio sì, amnio no.

Oggi è la giornata fissata per fare l'amniocentesi.

Fino ad ora ho continuamente rimandato la decisione, rimanendo nascosta costantemente per più di un mese nel mio piccolo limbo con la solita domanda in testa:

La faccio o non la faccio?
La faccio o non la faccio?
La faccio o non la faccio?

Ore 7.30. La sveglia suona
Allora che faccio?
Nulla. Mi scopro ancora indecisa, nonostante la nottata passata insonne valutando i pro, i contro e cercando di distrarmi la mente con stupide domande a trabocchetto. Esattamente come quelle che mi auto ponevo sui capitoli che avevo un po' trascurato nel periodo dell'università quando si avvicinavano gli esami.

Ore 9. Arrivo in ospedale
Lì, compilo tutti i moduli firmando un po' a caso su tutti i trattini. La vista mi si annebbia per un attimo. Vedo trattini ovunque. Fortunatamente l'infermiera mi prende la penna. Stavo autografando il bancone dell'accettazione.

Ore 9.30. Sono in sala d'attesa
Per la primissima volta, quando sullo schermo al plasma non compare il mio numero di chiamata tiro un sospiro di sollievo e non imprecazioni varie contro il nostro sistema sanitario.

Ore 10.00. Sono ancora in sala d'attesa.
La faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio, la faccio, non la faccio.

Ore 10.15. Sono ancora in sala d'attesa.
E il mio super potere speciale per scrutare nel futuro non funziona ancora.

Ore 10.20. No....ora tocca proprio a me.
Le gambe tremano. Mia mamma, che è con me, non la fanno entrare. Sono da sola nella stanza con un' infermiera piccolina piccolina che mi passa una cuffietta verde e un paio di copri scarpe blu elettrico. Indosso i miei nuovi accessori. I dottori, arrivati in un secondo momento mi vedono agitata e mi fanno uscire un quarto d'ora. Poi mi richiamano.

Ore 10. 50. Non la faccio
E torno a casa con la cuffia verde in testa e i copri scarpe blu elettrico ai piedi.